Sicurezza? Comincia dai tuoi piedi.

12 Novembre 2015
Sicurezza? Comincia dai tuoi piedi.

L'obbligo dell'uso delle calzature antinfortunistiche è ormai una realtà consolidata da anni nel nostro Paese. Con il tempo però l'obbligatorietà è stata estesa ai più disparati campi lavorativi, facendo emergere un crescente interesse attorno a questo tema. Abbiamo perciò pensato di fornirvi tutte le informazioni e le curiosità in materia, cercando di consigliarvi al meglio secondo la nostra perdurata esperienza.

Iniziamo con il parlare di come questo aspetto influisca nel rapporto tra datore di lavoro e il dipendente.

Il titolare, come previsto da norma di legge sugli obblighi del datore di lavoro in materia di dispositivi di protezione individuale (DPI) deve fornire gli strumenti di protezione necessari. Se, considerati i pericoli la vostra attività impone l’uso delle calzature di sicurezza, il datore di lavoro deve assumersi interamente il loro costo. Appurato questo, il titolare ha il diritto e il dovere di osservare l'obbligo dell'uso delle suddette o di delegarne il controllo ad un responsabile da lui nominato, che in caso di mancato controllo va in contro alle sanzioni previste dal codice della legge come unico responsabile del cantiere.

Ma come si deve comportare un datore di lavoro se un operaio si rifiuta di usare le scarpe di sicurezza?

Si registrano infatti sempre più casi di lavoratori che presentano certificazioni mediche attestanti l'impossibilità di calzare scarpe antinfortunistiche. Una situazione seccante, molto più comune di quanto si possa immaginare, che le figure della sicurezza si trovano ad affrontare. In questo caso si deve tener ben presente che la certificazione medica non esonera un individuo dall'obbligo di usare le calzature di sicurezza. Se la persona non è in grado di portarle a causa di un problema transitorio, ella è tenuta a lavorare solo negli spazi in cui esse non sono necessarie. Se dopo numerosi tentativi di convincerla si ostina a non rispettare le indicazioni ricevute o se non è possibile trasferirla in un altro comparto, questa situazione potrebbe degenerare in una possibile interruzione del rapporto lavorativo.

Ora è forse indispensabile una precisazione terminologica in risposta alla domanda: "Vi è differenza tra le calzature di sicurezza e quelle di protezione e a loro volta da quelle da lavoro?" Molti infatti credono che queste parole siano sinonimi. In realtà la diversità tra le calzature di sicurezza (etichettato dalla lettera S) e le calzature di protezione (segnalate dalla lettera P) sta nel livello di protezione delle dita quindi nel puntale, che protegge in maniera inferiore nel caso delle calzature di protezione.

Le calzature da lavoro (marcatura O), dette anche calzature professionali, si distinguono in sostanza dalle altre perché sono senza puntale di protezione e soddisfano solamente i minimi requisiti di sicurezza.

ESEMPIO DI CALZATURA DA LAVORO:

  

Continuiamo perciò parlando esclusivamente di calzature di sicurezza, vedendo in dettaglio le sigle che riguardano questa categoria.

    

SB (riguarda le calzature di cuoio o di altri materiali escluse le scarpe interamente realizzate in gomma o PVC) è il simbolo che certifica i requisiti di base uguali per tutte le calzature di sicurezza:

·         puntale (lunghezza minima/ base portante minima) a protezione dagli urti con livello di energia pari a 200 Joules

·         altezza della tomaia

·         tomaia almeno in pelle “crosta” o simile

·         fodera anteriore

·         sottopiede

·         suola di qualunque tipo

·         la tomaia nella calzatura bassa può essere eventualmente aperta.

S1 è la sigla che aggiunge ai requisiti di base(SB) proprietà antistatiche e assorbimento degli shock sul tallone.

S1P è l'etichetta che aggiunge ai requisiti S1 una soletta dotata di lamina antiforo per proteggere dalle perforazioni.

S2 è l'etichetta che aggiunge ai requisiti S1 la tomaia resistente all’acqua.

S3 è l'etichetta che aggiunge ai requisiti di base quelli di S1 + SP1 + S2 e il tacco resistente alla perforazione.

 

S4 e S5 sono le sigle che indicano stivali in gomma o PVC.

S4 rispecchiano i requisiti SB + S1 + S2.

S5 inoltre presenta anche la lamina antiforo.

Le classificazioni di protezione devono essere accompagnate da uno dei tre livelli di antiscivolo: SRA, SRB o SRC (con la sigla SRC si ha il grado massimo di antiscivolo).

Le scarpe antinfortunistiche di sicurezza devono necessariamente essere resistenti allo strappo e all'abrasione. Devono essere impermeabili, anche al vapore, con un forte attaccamento della tomaia alla suola e con un'ottimale resistenza della suola agli idrocarburi.

L'antistaticità è un'altra caratteristica fondamentale poichè è devono essere in grado di ridurre al minimo l'accumulo delle cariche elettrostatiche. Proteggono il tallone dagli urti e non permettono la penetrazione dell’acqua a contatto con il piede. Le calzature sono provviste di soletta antiperforazione inclusa nella suola stessa, garantendo la protezione di tutta la pianta del piede.

Anche la conduttività è un requisito importante, vi sono calzature di sicurezza in grado di garantire per almeno per 30 minuti una temperatura non più alta di 22°C al piede, anche quando il suolo arriva fino a 150°C. Questa classe di scarpe antinfortunistiche, è indicata per i lavori all’aperto, su strada o nei boschi, a stretto contatto con gli agenti atmosferici.

Ormai il mercato offre una serie infinita di alternative per qualunque esigenza lavorativa che riguardi le calzature di sicurezza. L'ultima precisazione che ci sentiamo in dovere di fare è che questi articoli non sono assolutamente prodotti su cui poter fare economia. Scelte superficiali dettate solo dal prezzo possono costare molto caro. Serve attenzione e informazione per essere in grado di scegliere un prodotto veramente valido e di qualità. Vi invitiamo pertanto ad osservare le caratteristiche che decretano la sostanziale differenza tra una scarpa e un'altra, e speriamo che questa nostra guida possa esservi stata d'aiuto in questo senso.

 

 

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